Moda
Modà Lyrics


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MODA CAMPEIRA
Vou fazer uma moda que fale de campo
De cusco e cavalo de rancho e galpão
De lidas e domas, sombra de figueira
E da vida bruta que leva o peão
De ronda de tropas, geadas e invernos
De trago e guitarras e fogo de chão
Da china e saudade dos mates de aurora
Costumes que trago do velho rincão
Esta melodia que salta da guela
Origem farrapa da gente guerreira
Que sente orgulho de ser bem gaúcho
E espalha no mundo esta Moda Campeira

Vou fazer uma moda que fale em tropeada
Esquila e charqueadas e marcação de gado
Traíra de açude e um taura gaudério
De mãos calejadas fazendo alambrado
Das festas do povo, de gaita e pandeiro
Quermesse , carreira baile e procissão




Do santo padroeiro do beijo da prenda
Fogueira , quadrilha festa de São joão

Overall Meaning

The lyrics of the song "Moda Campeira" by Modà pays tribute to the rural lifestyle and traditions of the gauchos, people from the Rio Grande do Sul region of Brazil. The singer promises to create a country-style song that speaks of the life of these people, namely their daily chores, the animals they raise, and their customs. The lyrics are evocative, full of images and references to the countryside: from dogs and horses, to the shade of a fig tree and long winter nights. The gauchos' fondness for rustic pleasures is also referenced, from sipping on strong alcoholic drinks around a campfire, to strumming guitars and singing traditional songs.


The second paragraph speaks of the gauchos' communal life, their social events and festivities, and their connection to their faith. The song lists various cultural practices, from rodeos and cow herding to local parties with music, dance, and food. The lyrics emphasize the relationship between men and women in these communities, from the love and admiration felt for the local beauty, to the religious holidays and the sweetness of a kiss. The song pays homage to the gauchos' resilience and determination to maintain their rural lifestyle and honor their heritage.


Line by Line Meaning

Vou fazer uma moda que fale de campo
I will create a song that talks about the countryside


De cusco e cavalo de rancho e galpão
About dogs and horses, rural houses and sheds


De lidas e domas, sombra de figueira
About farming and animal taming, shade under fig trees


E da vida bruta que leva o peão
Also about the harsh life of the rural worker


De ronda de tropas, geadas e invernos
About patrolling troops, frosts and winters


De trago e guitarras e fogo de chão
Drinks, guitars and campfires too


Da china e saudade dos mates de aurora
About the mate tea ritual and the nostalgia for dawn


Costumes que trago do velho rincão
All these customs I bring from the old homestead


Esta melodia que salta da guela
This melody that jumps out of one's throat


Origem farrapa da gente guerreira
Has a ragged origin, from a valiant people


Que sente orgulho de ser bem gaúcho
Who is proud to be a true 'gaúcho'


E espalha no mundo esta Moda Campeira
And spreads this 'Moda Campeira' (countryside song) around the world


Vou fazer uma moda que fale em tropeada
I will also make a song about cattle drives


Esquila e charqueadas e marcação de gado
About wool shearing, dried meat production and animal branding


Traíra de açude e um taura gaudério
Fishing and a 'taura gaudério' (a sort of rural hero)


De mãos calejadas fazendo alambrado
About rough hands building fences


Das festas do povo, de gaita e pandeiro
Of popular festivals, with accordion and tambourine


Quermesse , carreira baile e procissão
With church bazaars, horse races, balls and processions


Do santo padroeiro do beijo da prenda
About the saint patron of the girl's kiss


Fogueira , quadrilha festa de São joão
Bonfires, country dances and Saint John's feasts




Lyrics © O/B/O APRA AMCOS
Written by: Amaro Luis Cardoso Peres, Jonas Godoy

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RDARADIO 1 bisriccardino23 www.spreaker.com/user/robertodeangeliss

Lasciami
Brano di Modà
Lasciami
Ma regalami un giorno
Lasciami
Quando poi farà buio e vai via di nascosto
Lasciami
Solo un po' di profumo e un bicchiere con dentro un ricordo
Mettici un bacio e veleno con ghiaccio
Lasciami
Ma fallo in silenzio
Lasciami
Ma ti prego fai in modo che non me ne accorga
Ma che giorno è?
È il primo giorno senza te
Ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me
Ma che giorno è?
È il primo giorno senza te
Ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te
Quella che mi mancherà
Quella che non scorderò
Lasciami
Ma regalami un sogno
Lasciami
Con la nostra canzone e un bicchiere con dentro un tramonto
Mettici un bacio e veleno con ghiaccio
Lasciami
Ma non farmi capire
Lasciami
Col pudore di chi vuole piangere ore
Ma che giorno è?
È il primo giorno senza te
Ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me
Ma che giorno è?
È il primo giorno senza te
Ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te
Quella che mi mancherà
Quella che non scorderò
Ma che giorno è?
È il primo giorno senza te
Ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te
Quella che mi mancherà
Quella che non scorderò mai



Lara Parolini

Grazie Kekko per aver parlato della depressione contro cui stai lottando! Mi sento meno sola in questa lotta. Mi avete emozionata e dato speranza. Kekko sei coraggioso ed hai una voce spaziale. "lasciami… col pudore di chi vuole piangere ore" quanta verità, non potevi descrivere meglio di così la depressione. Quella voglia di piangere, di abbandonarsi, di cedere ancora di più alla disperazione, è devastante. La vera forza è parlare della fragilità. Leggendo con attenzione il testo si capisce che non ci troviamo di fronte ad una canzone d’amore, quanto piuttosto ad un bilancio che Silvestre fa del suo periodo di depressione, durato qualche anno. Un brano particolarmente sentito e doloroso che racconta uno stato personale critico e, indirettamente, induce l’ascoltatore a non aver timore di comunicare agli altri le proprie difficoltà. In pratica dice "lasciami" alla depressione, è una canzone d'amore verso sè stesso. Purtroppo pochi hanno capito l'ambiguità del testo. Questo capolavoro merita di vincere. Grazie.

Intervista a Kekko:
Baci e veleno, ricordi e sofferenze, e finalmente «il primo giorno senza te». Non è una donna la causa della sofferenza che i Modà raccontano in «Lasciami», la canzone che portano in gara al Festival di Sanremo. «Ho scelto una metafora per lasciare libera l’interpretazione: la fine di un amore per essere universale o di una depressione per raccontare il mio vissuto», racconta Kekko Silvestre, il leader della band.

Quando si è accorto di essere depresso?
«Il 29 aprile 2021: mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe. Pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione».

Un fulmine a ciel sereno?
«Ho capito tutto dopo. Da anni avevo attacchi di panico prima dei concerti, ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te».

Torni ai primi segnali...
«Nel tour del 2017, quello dopo i due San Siro, sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione... all’ultima data mia madre aveva in mano il rosario... Ho pensato di smettere del tutto. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte: “Papà perché non canti più?”. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me».

E poi?
«Dopo due anni altro disco, “Testa o croce”, e un altro tour: ero così distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid... La pandemia, invece, mi ha dato il colpo di grazia. Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici... Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici, ricordo quando chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto... Quindi è arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita».

Adesso come sta?
«Non sono guarito, ma il tour dell’anno scorso mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival».



Lara Parolini

Intervista a Kekko:

Baci e veleno, ricordi e sofferenze, e finalmente «il primo giorno senza te». Non è una donna la causa della sofferenza che i Modà raccontano in «Lasciami», la canzone che portano in gara al Festival di Sanremo. «Ho scelto una metafora per lasciare libera l’interpretazione: la fine di un amore per essere universale o di una depressione per raccontare il mio vissuto», racconta Kekko Silvestre, il leader della band.

Quando si è accorto di essere depresso?
«Il 29 aprile 2021: mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe. Pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione».

Un fulmine a ciel sereno?
«Ho capito tutto dopo. Da anni avevo attacchi di panico prima dei concerti, ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te».

Torni ai primi segnali...
«Nel tour del 2017, quello dopo i due San Siro, sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione... all’ultima data mia madre aveva in mano il rosario... Ho pensato di smettere del tutto. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte: “Papà perché non canti più?”. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me».

E poi?
«Dopo due anni altro disco, “Testa o croce”, e un altro tour: ero così distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid... La pandemia, invece, mi ha dato il colpo di grazia. Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici... Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici, ricordo quando chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto... Quindi è arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita».

Adesso come sta?
«Non sono guarito, ma il tour dell’anno scorso mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival».



Lara Parolini

Intervista a Kekko:

Baci e veleno, ricordi e sofferenze, e finalmente «il primo giorno senza te». Non è una donna la causa della sofferenza che i Modà raccontano in «Lasciami», la canzone che portano in gara al Festival di Sanremo. «Ho scelto una metafora per lasciare libera l’interpretazione: la fine di un amore per essere universale o di una depressione per raccontare il mio vissuto», racconta Kekko Silvestre, il leader della band.

Quando si è accorto di essere depresso?
«Il 29 aprile 2021: mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe. Pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione».

Un fulmine a ciel sereno?
«Ho capito tutto dopo. Da anni avevo attacchi di panico prima dei concerti, ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te».

Torni ai primi segnali...
«Nel tour del 2017, quello dopo i due San Siro, sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione... all’ultima data mia madre aveva in mano il rosario... Ho pensato di smettere del tutto. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte: “Papà perché non canti più?”. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me».

E poi?
«Dopo due anni altro disco, “Testa o croce”, e un altro tour: ero così distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid... La pandemia, invece, mi ha dato il colpo di grazia. Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici... Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici, ricordo quando chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto... Quindi è arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita».

Adesso come sta?
«Non sono guarito, ma il tour dell’anno scorso mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival».



Simone Ponticelli

Lasciami… ma regalami un giorno…
Lasciami… quando poi farà buio e vai via di nascosto…
Lasciami… solo un po’ di profumo e un bicchiere con dentro un ricordo, mettici un bacio e veleno con ghiaccio…
Lasciami… ma fallo in silenzio… lasciami… ma ti prego fai in modo che non me ne accorga…

Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me
Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te…
Quella che mi mancherà… quella che non scorderò.

Lasciami… ma regalami un sogno… lasciami… con la nostra canzone e un bicchiere con dentro un tramonto, mettici un bacio e veleno con ghiaccio…
Lasciami… ma non farmi capire… lasciami… col pudore di chi vuole piangere ore…

Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me
Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te…

Quella che mi mancherà… quella che non scorderò.
Ma che giorno è? È il primo giorno senza te… ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te…
Quella che mi mancherà… quella che non scorderò mai



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Draghetten

La posizione nel festival non è importante (non vi meritano), quel che conta è l'esibizione, il talento del gruppo. Poi la voce di Kekko è qualcosa di Divino.

Luciano Gatti

Stupenda bravissimi 👍❤️

White Rabbit

Dobbiamo scartare il male e accumulare il bene. Chi non lo fa può rinascere in questo mondo.

Cecilia Doná

Capolavoro!!!!!!!

Teresa Rossi

Canzone bellissima da vincere San Remo!

Teresa Rossi

Kekko hai una voce Magnifica!

10 More Replies...

Anna

Vi prego, non smettete mai di fare musica. Le vostre canzoni arrivano dritte al cuore e riescono a creare un turbinio di emozioni mai provate prima. Non smettete perchè il mondo, le persone hanno bisogno di voi 💖

Maurizio Glazar

Anna ai ragione 100 per ciento.
Maurizio da Fiume Croatia

Jessica Ciamaichella

E vero Anna Lasciami e una canzone veramente molto bella e romantica. Mi chiamo Alessia ho 20 anni abito a Udine

Gaia Ribolla

Non bastano le parole per descrivere quanto toccate il cuore. Le vostre canzoni sono parte della mia anima, un modo per scappare dal dolore di ogni giorno. Grazie❤️

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