Nel frattempo hanno cambiato il chitarrista e questo fattore, insieme all’esperienza live maturata in questi mesi, spinge la band verso nuovi orizzonti stilistici. Con questa nuova impronta nascono le canzoni di 2M, secondo lavoro del gruppo piemontese, dedicato alla boa del cambio di millennio, raccontato attraverso piccole storie agrodolci di sconfitte e di delusioni. Caratterizzato dall'apporto hi-tech di Carlo Rossi, l’album chiude una travagliata serie di vicissitudini contrattuali e discografiche, che li porta dalla Fri alla Mescal di Nizza Monferrato, che pubblica il disco nel 1999. La critica segue il tutto con interesse ma le radio ignorano e i Mambassa rimangono lì, un po' spersi tra vari cambi d'organico, un po' spaesati sul terreno accidentato della discografia italiana.
La band si rimette in discussione, abbandona la soluzione della doppia voce solista e si compatta attorno alla figura di Stefano Sardo, autore dei testi e, assieme all’amico Fabrizio Napoli, delle melodie. Nel 2002 esce Mi manca chiunque – il titolo è un omaggio a D.F.Wallace -, il terzo capitolo della loro discografia: un album di canzoni maturo e malinconico, sorretto da un sound più pieno ed emotivo che in passato (prodotto da Josh Sanfelici), un’antologia di piccole storue fotografate con l'ironia un po' beffarda di chi non ha granché da perdere. Nello stesso anno, Stefano dà alle stampe il suo debutto narrativo, “L’america delle kessler”, un “romanzo di formazione in ventiquattr’ore”, edito da Arcana. Nel gennaio 2003 esce “Il cronista (e altre storie)”, un ep con inediti e un video molto fortunato (della title track, firmato da Lorenzo Vignolo), che riceve premi e consensi. Sia il video, che le 12 tappe come band di supporto nel trionfale tour dei Subsonica, riportano i Mambassa all’attenzione generale. Forte di un repertorio ormai ricco e rodato, e con una line-up solida e affiatata come mai prima d’ora, la band testa il proprio live-set di fronte a adunate di decine di migliaia di persone, superando la prova a pieni voti (l’esperienza del tour coi Subsonica viene raccontata nel documentario Spalle in Gamba, presentato nel 2004).
Nel girovagare del tour 2003 i Mambassa si imbattono in Davey Ray Moor (ex-leader dei Cousteau), che è in tour in Italia con Cristina Donà, con cui la band condivide il palco del “Giffoni Film Festival”. Nasce lì l’idea di una collaborazione, che si concretizza nel giugno 2004 con la registrazione di Mambassa, quarto album della band di Bra. I Mambassa con Davey Ray Moor alla produzione trovano la dimensione lavorativa congeniale e sfornano il loro disco più adulto e sorprendente. La sezione ritmica è potente e sensuale, le chitarre graffiano e accarezzano dove serve, Stefano Sardo canta come non ha mai cantato: la sua voce scandisce le liriche in faccia all’ascoltatore, senza mediazioni. Anticipato dal singolo e dal video de L’antidoto, l’album esce il 22 ottobre 2004. Dal 29, i mambassa sono di nuovo sulla strada, per un nuovo tour italiano. In prospettiva, nel 2005, c’è l’idea di registrare con Moor una versione inglese del disco.
Style
Mambassa Lyrics
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Non vivo mai davvero
Non so cos'è l'amore
Non sono mai sincero
Non so cos'è il lavoro
Non ho mai faticato
Non sono religioso
Non so cos'è il peccato
Sono un vigliacco infame
Non so cos'è il dolore
Non so cos'è la gioia
Non so qual'è la strada
Non oso camminare
Se devo stare zitto
Non faccio che parlare
The lyrics of Mambassa's song "Style" present a very honest and raw portrayal of the persona's lack of knowledge and experience in various aspects of life. The first few lines, "Non so cos'è la vita / Non vivo mai davvero" (I don't know what life is / I never really live) suggest that the persona is lost, unaware of the true essence or meaning of life. The next line, "Non so cos'è l'amore / Non sono mai sincero" (I don't know what love is / I am never sincere) adds to the notion that the persona lacks understanding and sincerity in matters of the heart.
The subsequent lines continue to reinforce this idea, with the persona admitting to not knowing what hard work is or what it means to be religious or sinful. The line "Non so qual è la strada / Non oso camminare" (I don't know which path to take / I don't dare to walk) highlights the persona's uncertainty and fear of making choices or taking risks. The final line, "Se devo stare zitto / Non faccio che parlare" (If I have to stay quiet / I only speak) implies that the persona is more comfortable talking or contemplating rather than taking action.
Overall, the song presents a poignant image of a person who is lost and unsure about the complexities of life. It is a reflection on how easy it is to get lost in the world and forget what truly matters.
Line by Line Meaning
Non so cos'è la vita
I do not know what life is
Non vivo mai davvero
I never truly live
Non so cos'è l'amore
I do not know what love is
Non sono mai sincero
I am never sincere
Non so cos'è il lavoro
I do not know what work is
Non ho mai faticato
I have never worked hard
Non sono religioso
I am not religious
Non so cos'è il peccato
I do not know what sin is
Non so cos'è il coraggio
I do not know what courage is
Sono un vigliacco infame
I am a despicable coward
Non so cos'è il dolore
I do not know what pain is
Non so cos'è la gioia
I do not know what joy is
Non so qual'è la strada
I do not know which path to take
Non oso camminare
I dare not walk
Se devo stare zitto
If I must remain silent
Non faccio che parlare
All I do is talk
Contributed by Kennedy Y. Suggest a correction in the comments below.