Il suo look era più quello dell’intellettuale che del cantante. Gli piaceva ricordare che aveva iniziato la carriera nelle balere e nei nigth dei primissimi anni Cinquanta, a Grado e a Venezia fino a quando – nel 1962 – la Ricordi gli propose di provare da sé a scrivere le canzoni e lui tirò fuori la bellissima Io che amo solo te (650 mila copie vendute) che servì a far guadagnare al suo autore il proprio spazio accanto ad altri cantautori emergenti (Bindi, Paoli, Tenco, Gaber, Jannacci, Lauzi).
Lo sguardo serio, forse da attore mancato, e la predisposizione all’introspezione gli venivano da una adolescenza sofferta. Nato a Pola nel 1933, Endrigo era rimasto orfano di padre da ragazzino e poi era stato sfollato con tanti altri italiani dall’Istria nell’immediato dopoguerra. Dopo una parentesi a Trieste, era stato mandato in collegio a Brindisi. Siccome gli piaceva cantare, aveva iniziato a farlo sulle navi e nelle balere abbandonando gli studi. Con modestia e orgoglio, non perdeva occasione per dire che dopo tutto non avrebbe mai immaginato che quel mestiere gli avrebbe permesso di vivere con agio.
La passione di Endrigo era il Brasile, dove grazie alla collaborazione con Vinicius de Moares, Toquinho, Chico Buarque de Hollanda e la vittoria di Sanremo nel 1968 con Roberto Carlos, era venerato come un’icona della musica (di recente aveva dichiarato che avrebbe voluto tornare lì ancora una volta, forse per restarvi definitivamente). Non riusciva neppure a dimenticare Cuba, che lo aveva accolto trionfalmente negli anni Sessanta dopo aver musicato alcune poesie di José Martì (La rosa bianca) e dove era tornato, in una breve tournée organizzata dall’Arci, nel 1997.
Gli piaceva ricordare la bella e lunga collaborazione con il paroliere-produttore Sergio Bardotti, mentre gli dispiaceva di aver rincontrato il musicista Luis Bacalov nelle aule di un tribunale (l’accusa di plagio rivolta a quest’ultimo per la musica di Il postino, ultimo film di Massimo Troisi, che Endrigo aveva inciso in un suo pezzo di qualche anno prima).
Nel 2001 il Club Tenco gli ha dedicato una serata speciale, poi raccolta in cd (Canzoni per te), dove tanti cantanti giovani e meno giovani interpretano i suoi pezzi. Alcuni suoi dischi sono stati ristampati: dal recital L’Arca di noé del 1970 a La vita, amico, è l’arte dell’incontro, fino al recentissimo doppio cd i 45 giri. Nel 2003 ha inciso un cd – in collaborazione con la figlia Claudia – dove accanto ai suoi successi canta una struggente Altre emozioni, dove dice fra l’altro: “Abbiamo vinto e perso con filosofia, altre primavere verranno non solo di foglie e fiori ma una stagione fresca di pensieri nuovi...”. Alcuni cantanti friuliani hanno inciso nel loro dialetto molte canzoni di Endrigo per rendergli omaggio. Un libro-conversazione di Stefano Crippa e Doriano Fasoli ne ha ricostruito tutto l’itinerario artistico.
Canzone Della Libertà
Sergio Endrigo Lyrics
Jump to: Overall Meaning ↴ Line by Line Meaning ↴
Quello che rifiutate è libertà
Quello che non sapete è che noi ad ogni costo ce la prenderemo
Libertà
Quello che domandiamo è libertà
Quello che rifiutate è libertà
Quello che non sapete è che siamo in tanti al mondo
Quello che volevamo è libertà
Quello che negavate è libertà
Ora però sapete: è arrivato quel momento
Subito la vogliamo: libertà
Quello che volevamo è libertà
Quello che negavate è libertà
Ora però sapete...
In Sergio Endrigo's song "Canzone Della Libertà," the singer demands freedom and proclaims that they will fight for it at all costs. The lyrics assert that freedom is something that is both desired and rejected by those with power. The song suggests that there are many people in the world who want freedom but are denied it by those in power, implying that those in control are afraid of what widespread freedom would mean for them.
The repetition of phrases such as "Quello che domandiamo è libertà" ("What we demand is freedom") and "Quello che volevamo è libertà" ("What we wanted is freedom") reinforces the singer's conviction and urgency. The lyrics convey a sense of frustration and defiance, as the singer acknowledges the obstacles they face but remains unwavering in their pursuit of freedom.
Overall, "Canzone Della Libertà" is a powerful and political song that speaks to the universal desire for freedom and the struggles that come with fighting for it.
Line by Line Meaning
Quello che domandiamo è libertà
What we demand is freedom
Quello che rifiutate è libertà
What you refuse is freedom
Quello che non sapete è che noi ad ogni costo ce la prenderemo
What you don't know is that we will take it at any cost
Libertà
Freedom
Quello che non sapete è che siamo in tanti al mondo
What you don't know is that there are many of us in the world
Troppi a volere ancora libertà
Too many still wanting freedom
Quello che volevamo è libertà
What we wanted is freedom
Quello che negavate è libertà
What you denied is freedom
Ora però sapete: è arrivato quel momento
But now you know: that moment has arrived
Subito la vogliamo: libertà
We want it immediately: freedom
Contributed by Aria K. Suggest a correction in the comments below.
Pina Spinella
GRANDE ARTISTA ....GRAZIE SERGIO
Aldo Flora
Eravamo giovani... e credevamo in un mondo migliore!
jose catunda
Inesquecível....compositor/cantor.Uma pena tenhamos que voltar a Pátria de cima,de onde viemos.
Robby bloggt
Das ist wirklich herzzerreißend schön.
mau leal
Bravissima canzone.. Purtroppo ancora attuale
chilli peperoncinorosso
Bellissima canzone. La conoscevo nella versione Milva! Grande Endrigo!🌈🌶🎈❣
Valentina Locchi
Faccio una domanda a chi è più esperto di me: ci ha scritto il testo d questa canzone? Bellissima, il fatto che Sergio è (e non era!) un grande è scntatissimo!
beginner57
...e che(comunque) è sempre stato e rimasto "di sinistra" per tutta la sua vita!
Vittorio Sansone
Liberta' e' il bene piu' prezioso x vivere!
Giorgio Ombrini
In quel periodo,molti CANTAUTORI,imperniavano molti brani sulla LIBERTA' e sul RISPETTO.Ora siamo in un periodo di mancanza di IDEALI,dove si pensa solo ad APPARIRE e ad AVERE.Capiremo che solo l' "ESSERE",ci può dare una SPINTA per farci PROGREDIRE e sentirci VIVI? L'APPARENZA mi pare un bel FIORE reciso,che però,senza RADICI,si SECCA PRESTO!La grandezza di SERGIO è stata nell'AMALGAMARE bella MUSICA,qui anche "briosa",con TESTI SIGNFICATIVI. E' bello rimanere FEDELI verso la nostra DIGNITA'!