Signora Aquilone
Francesco De Gregori Lyrics


Jump to: Overall Meaning ↴  Line by Line Meaning ↴

C'era una donna, l'unica che ho avuto,
Aveva i seni piccoli e il cuore muto,
Nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento,
Un vecchio aquilone la portava nel vento
E lei lo seguiva senza fare domande
Perchè il vento era amico e il cielo era grande,
Perchè il vento era amico ed il cielo era grande.

Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone
Non le sembra un pò idiota questa sua occupazione?".
Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà".

E così me ne andai che ero un poco più saggio
Con tre soldi di dubbio e due di coraggio
E incontrai un ubriacone travestito da santo
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
E mi feci vicino e gli chiesi perdono
Ma volevo sapere se il suo pianto era buono.
Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio,
Ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io,
Ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io".

E prima che le stelle diventassero lacrime
E prima che le lacrime diventassero stelle
Ho scritto canzoni per tutti i dolori




E forse questa qui non è delle migliori, e forse
Questa qui non è delle migliori.

Overall Meaning

The lyrics of Francesco De Gregori's song, Signora Aquilone, talk about a woman who the singer has had a relationship with. She is characterized as a woman with small breasts and a silent heart, who owns neither a home nor land. She is seen living under a green tree and carrying an old kite tied to her waist with a silver string, which she follows in the wind without asking any questions. The woman sees her kite as a means of freedom, hence the reason for her attachment to it.


The singer's encounter with the woman is represented as a moment of insight, and he gained enlightenment through her. He learns that one's occupation, no matter how strange or unconventional, can be a source of liberation, as seen through the woman's attachment to the kite. Subsequently, he meets an alcoholic man who tells him that his tears are sweeter than wine because he made them. The message here is that the source of one's pain can also be the source of beauty and art. Consequently, the singer finds solace in writing songs that speak to various types of suffering.


The song's message is profound and touching as it speaks to the idea that freedom and liberation can take on many forms, and that one's source of pain can become a source of beauty. The imagery of the woman flying her kite and the man drinking his tears is quite poetic and potent, and the song's power lies in its ability to inspire a sense of empathy and insight into the lives of people who may be going through unconventional or challenging situations.


Line by Line Meaning

C'era una donna, l'unica che ho avuto,
There was a woman, the only one I ever had,


Aveva i seni piccoli e il cuore muto,
She had small breasts and a silent heart,


Nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva,
She didn't own a home, neither in heaven nor on earth,


Sotto un albero verde dolcemente viveva,
She lived sweetly under a green tree,


Sotto un albero verde dolcemente viveva.
She lived sweetly under a green tree.


Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento,
Tied to her waist with a silver string,


Un vecchio aquilone la portava nel vento
An old kite carried her in the wind


E lei lo seguiva senza fare domande
And she followed it without asking questions


Perchè il vento era amico e il cielo era grande,
Because the wind was friendly and the sky was vast


Perchè il vento era amico ed il cielo era grande.
Because the wind was friendly and the sky was vast.


Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone
I said to her laughing 'But Lady Kite'


Non le sembra un pò idiota questa sua occupazione?".
Doesn't this occupation of yours seem a bit foolish?'


Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà,
She took my hand and said 'Who knows


Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà,
Maybe at the end of that string is my freedom,


Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà".
Maybe at the end of that string is my freedom.'


E così me ne andai che ero un poco più saggio
And so I left, a little wiser


Con tre soldi di dubbio e due di coraggio
With three pennies of doubt and two of courage


E incontrai un ubriacone travestito da santo
And I met a drunkard disguised as a saint


Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
Who got drunk every night drinking his own tears


Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
Who got drunk every night drinking his own tears.


E mi feci vicino e gli chiesi perdono
And I approached him and asked for forgiveness


Ma volevo sapere se il suo pianto era buono.
But I wanted to know if his tears were good.


Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio,
He said to me 'Brother, it's as old as God


Ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io,
But it's sweeter than wine because I made it myself,


Ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io".
But it's sweeter than wine because I made it myself.'


E prima che le stelle diventassero lacrime
And before the stars turned into tears


E prima che le lacrime diventassero stelle
And before the tears turned into stars


Ho scritto canzoni per tutti i dolori
I wrote songs for all the pains


E forse questa qui non è delle migliori, e forse
And maybe this one isn't the best, and maybe


Questa qui non è delle migliori.
This one isn't the best.




Contributed by Evan H. Suggest a correction in the comments below.
To comment on or correct specific content, highlight it

Genre not found
Artist not found
Album not found
Song not found
Most interesting comment from YouTube:

Giada Alrazem

"C'era una donna, l'unica che ho avuto,
Aveva i seni piccoli e il cuore muto,
Nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento,
Un vecchio aquilone la portava nel vento
E lei lo seguiva senza fare domande
Perché il vento era amico e il cielo era grande,
Perché il vento era amico ed il cielo era grande.
Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone
Non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?".
Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà".
E così me ne andai che ero un poco più saggio
Con tre soldi di dubbio e due di coraggio
E incontrai un ubriacone travestito da santo
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
E mi feci vicino e gli chiesi perdono
Ma volevo sapere se il suo pianto era buono.
Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio,
Ma è più dolce del vino perché l'ho fatto io,
Ma è più dolce del vino perché l'ho fatto io".
E prima che le stelle diventassero lacrime
E prima che le lacrime diventassero stelle
Ho scritto canzoni per tutti i dolori
E forse questa qui non è delle migliori, e forse
Questa qui non è delle migliori."



All comments from YouTube:

Giacomo Massirio

« Signora aquilone è la prima vera canzone che ho scritto, la prima incisa su un disco. Non so se sia una buona canzone oppure no, però quando la scrissi rappresentò un punto d’arrivo. Sapevo che le cose che avevo composto fin lì non avevano consistenza, non avevano stile. Erano più che altro una serie di tentativi, esercizi fatti per capire come si fa tecnicamente a far stare in piedi un pezzo: non avevano nessuna pretesa artistica, non nascevano dalla necessità di dire qualcosa di mio. Con Signora aquilone cambiò qualcosa: questa canzone non somigliava a niente. Non c’entrava più De André, che avevo imitato fino all’estenuazione nei miei tentativi precedenti, e non c’entravano le canzoni popolari o quelle politiche che erano un po’ il background nel quale mi muovevo al Folkstudio. Signora Aquilone apparteneva solo a me, l’avevo scritta da solo con un inchiostro tutto mio: sentivo che era una canzone importante e che ci sarei rimasto aggrappato. Prima di Signora Aquilone avrò scritto forse una decina di canzoni o poco più... Non so dire esattamente quando ho cominciato a scrivere, ma credo sia stato negli ultimi anni del liceo. E certo che erano cose molto acerbe, per usare un eufemismo. Qualcuna è tornata fuori sulla rete, qualche vecchia registrazione live messa lì da qualcuno che stava al Folkstudio in quegli anni, ma queste cose non mi emozionano, non ci trovo niente di interessante. Tutto quello che ho fatto prima di incidere il mio primo disco, prima di Signora aquilone, non ha molto senso per me. Non era fatto per essere pubblicato e lo sapevo benissimo. »

(Francesco De Gregori, Guarda che non sono io, 2014)

The Spinster's Pantry

Bello!

Giuseppe Giuseppe

Da lì una cavalcata trionfale che oltre alle commerciali molto belle, ricorda pezzi come santa Lucia, un guanto, renoir, il signor hood... Etc..

1 More Replies...

Alessandro Feliziani

La canzone che ho dedicato alla mia ragazza nel 1990, a 18 anni.... oggi è ancora accanto a me, dopo 30 anni, 20 di matrimonio e 2 splendidi ragazzi e, malgrado 30 anni in più sulle ali dell'aquilone a cui ancora è legata, segue sempre quel vagare nel vento perché è così che è ancora libera... e io ancora sono qui con lei ad ubriacarmi col mio pianto. Non è delle migliori, è la canzone "più migliore" di sempre, grazie Francesco!

Giada Alrazem

"C'era una donna, l'unica che ho avuto,
Aveva i seni piccoli e il cuore muto,
Nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva,
Sotto un albero verde dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento,
Un vecchio aquilone la portava nel vento
E lei lo seguiva senza fare domande
Perché il vento era amico e il cielo era grande,
Perché il vento era amico ed il cielo era grande.
Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone
Non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?".
Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà,
Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà".
E così me ne andai che ero un poco più saggio
Con tre soldi di dubbio e due di coraggio
E incontrai un ubriacone travestito da santo
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
Che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
E mi feci vicino e gli chiesi perdono
Ma volevo sapere se il suo pianto era buono.
Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio,
Ma è più dolce del vino perché l'ho fatto io,
Ma è più dolce del vino perché l'ho fatto io".
E prima che le stelle diventassero lacrime
E prima che le lacrime diventassero stelle
Ho scritto canzoni per tutti i dolori
E forse questa qui non è delle migliori, e forse
Questa qui non è delle migliori."

frida casellati

Grazie

Paolo Lupi

Perché eravamo giovani, perché credevamo di poter costruire la nostra parte di Libertà e prima che ci passassero sopra come carri di ferro, prima che conoscessimo il sapore del dolore della sconfitta, abbiamo, poi, scritto la nostra successiva vita, nel rialzarsi in piedi, sempre, anche in queste buie ore, e abbiamo imparato il Silenzio della Poesia, quella che sta dritta nei nostri occhi dello sguardo.

rosalina ilpide

Che poeta fantastico, meraviglioso !

Katia P

Una musica molto delicata, un testo commovente e dipinti fantasticamente deliziosi

Faber 035

Poesia pura..

More Comments

More Versions